Da oggi la maggior parte delle scuole ha riaperto i portoni agli/le alunn* e alle nuove riforme che il governo vuole attuare. La proposta del ministro Gelmini che ci lascia maggiormente sconcerati è il limite posto al 30% degli/le alunn* stranier* in una classe, il che vorrà dire che i ragazzi e le ragazze non italian* che non troveranno più posto nelle loro vecchie classi e scuole, saranno costrett* a cercare il loro diritto allo studio laddove riusciranno a trovarlo, magari anche nel paese vicino. La logica alla base di questa proposta è la migliore integrazione degli/le alunn* nelle scuole e in italia, tant’è che verrà insegnata anche una nuova disciplina, l’educazione alla cittadinanza e costituzione (forse sarebbe meglio chiamarla "difesa della razza"..). Nelle grandi metropoli, quali ad esempio milano e roma, la quantità di
student* stranier* per classe è elevatissima, il che comporterebbe l’allontanamento del* ragazz* dal liceo di provenienza, poichè in quasi tutte le classi la quantità di alunn* non italian* raggiungerebbe il tetto massimo previsto. Ma sarà più semplice per un/a ragazz* extracomunitari* esser spostat* di classe o di scuola, o peggio ancora di zona nella città? Sarà possibile che quest* ragazz* si inserisca con la stessa disinvoltura in gruppi di amici non frequentando il quartiere in cui abita? Più che integrazione nel territorio, questa proposta chiude il cerchio delle leggi razziali che l’italia sta emanando, perchè ci sembra evidente che voglia alimentare due fuochi sempre in maggiore crescita: l’orgoglio nazionalistico e la fobia del diverso, che dilagano in maniera terribilmente esponenziale nel territorio. E il corollario di questa proposta è la reintegrazione della religione cattolica obbligatoria parificata con le altre materie e la negazione della possibilità a un/a docente di fare politica. Déjà vu o puzza di regime come si vuol chiamare, questi sono gli argomenti che tratteremo nelle nostre assemblee e contro cui ci batteremo sempre, non solo "nella vetrina" delle date programmate dai cortei, ma ricordandoci ogni giorno che l’antifascismo, l’antirazzismo e l’antisessismo si attuano veramente solo nella quotidianità delle strade.