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CHI SIAMO
ALT-AUT
Chi
Siamo:
Siamo
un collettivo/laboratorio politico che si è formato a seguito
dell’Onda in seno all’Assemblea Permanente di Lettere (ottobre
2008). Anche dopo il non pienamente, ahinoi, incisivo “momento
Onda”, l’Assemblea ha continuato ad esistere ma si sono evidenziate
due diverse visioni politiche: da una parte si riforma il Collettivo
che sceglie la via elettorale come forma di lotta, dall’altra parte
NOI.
Chi
siamo noi? Siamo l’altra metà dell’Assemblea Permanente, quella che
ha scelto di non candidarsi alle elezioni universitarie, ritenendo
inefficiente ed inefficace lo strumento della rappresentanza; in più
non vogliamo più essere complici di quelle istituzioni che hanno
simulato un consenso verso la mobilitazione, salvo poi restare
supini, svendendosi per pochi denari, alle riforme che
smantellano/hanno smantellato chirurgicamente l’università.
La
nostra Alterità consiste soprattutto in una prassi diversa da quella
delle strutture politiche universitarie già esistenti. Il punto è
semplice: a noi interessa avere una presa diretta sui contenuti-
nonché un rapporto orizzontale con chi li vuole portare avanti- e
chiudere le comunicazioni con questa Amministrazione della Miseria,
insieme comprendente le manifestazioni di un potere per cui non
vogliamo concorrere.
Per
noi è chiara una cosa: bisogna portare le contraddizioni “esterne”
all’università dentro di essa. Vogliamo parlare non solo della
133/137 e dei sedicenti liberali di destra con la celtica di Azione
Universitaria ma anche di ciò che succede alla città, alla
mangiatoia per turisti nella quale gli studenti si annullano, sempre
più accomunati da un consumo malinconico di intrattenimento, alle
fauci della speculazione edilizia e dello scongiurato Piano
Strutturale che fagocitano Firenze, all’esercito in “life long
learning” di precari e di invisibili quali i migranti.
La
Crisi che striscia e che mette in campo il suo mondo rovesciato
mostra ogni giorno di più il suo bluff: in attesa
di sistemi economici e sociali migliori, noi non possiamo rispondere
che con l’Autogestione della nostra vita, fatta di saperi e spazi
di cui riappropriarsi direttamente come necessità storica dei tempi
e non come diritto da rivendicare, e con l’Autonomia, il concetto
che dà senso al nostro essere collettivo, cercare di materializzare
quella vita pubblica che vorremmo a partire dal nostro privato, fin
dalle nostre assemblee.
Noi
facciamo tutto questo poiché lo spazio (di ogni
tipo) va riconquistato e da esso bisogna trarre la nostra “isola di
resistenza”, isola in quanto corpo momentaneamente isolato ma non
con la volontà di autoreferenzialità.
Abbiamo
chiesto, chiesto in vano e per troppo a lungo che qualcuno cambiasse
o avesse le forze per cambiare lo sfacelo che sembra non toccare il
limbo di noi studenti: noi alla somatizzazione del dominio, sempre
più dolce e pacifico se non contrariato, al destino fulgido che
sembra dovuto a noi studenti rispondiamo cercando di ricomporre una
lotta, una risposta non presuntuosa ma ferma, perché questi tempi
stanno sprofondando nel “Tutto è Relativo” o nel “Tutto è
inutile”. Le iniziative su questioni di Genere e sui Cie sono un
inizio, un piccolo inizio ma le “Isole di Resistenza” si iniziano
così.
chiesto, chiesto in vano e per troppo a lungo che qualcuno cambiasse
o avesse le forze per cambiare lo sfacelo che sembra non toccare il
limbo di noi studenti: noi alla somatizzazione del dominio, sempre
più dolce e pacifico se non contrariato, al destino fulgido che
sembra dovuto a noi studenti rispondiamo cercando di ricomporre una
lotta, una risposta non presuntuosa ma ferma, perché questi tempi
stanno sprofondando nel “Tutto è Relativo” o nel “Tutto è
inutile”. Le iniziative su questioni di Genere e sui Cie sono un
inizio, un piccolo inizio ma le “Isole di Resistenza” si iniziano
così.
Grazie
per l’attenzione- Alt. Aut
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