professori sul tetto.. embè?

 
15000 docenti precari delle scuole verranno licenziati a causa dei tagli che il governo sta operando con la riforma Tremonti-Gelmini, la maggior parte dei quali al sud italia. La situazione diventa sempre più difficile da gestire, e la protesta adottata in molte città italiane è apparentemente estrema, di certo non ai nostri occhi: aiutati dai partiti e dal prode Franceschini, (che in illo tempore sostenevano la flessibilità e la legge 30, detta anche legge Biagi…) questi salgono sui tetti dei provveditorati per lanciare un grido disperato. Chiaramente non dimentichiamo che si tratta di un gesto simbolico, molto lontano dalle emergenze degli sgomberi nelle case occupate, casi in cui nessun partito ha la faccia per compromettersi e dire nulla. In quei casi, i compagni sono supportati solo da qualche slogan lanciato dal presidio sottostante, e dai tetti vedono solo gli impavidi lavoratori in divisa blu, armati di caschi e manganelli.
I professori invece rielaborano la strategia del tetto perchè la finanziaria va ad intaccare il loro portafogli. Indubbiamente si tratta di mattanze sociali che colpiscono come sempre le fasce più deboli della società, ma perchè dimenticare CHI si sta incazzando adesso? Facciamo un piccolo salto indietro nel tempo. E’ ancora vivo il ricordo di ottobre e novembre scorso, mesi in cui le scuole stavano iniziando ad occupare dovendo lottare anche contro gli stessi professori che oggi manifestano, che invece tacciavano gli studenti di debosciati e vandali, perchè non ricordare che sono stati proprio i professori spesso a denunciare i loro alunni o opprimerli con provvedimenti disciplinari quali ad esempio sospensioni o un voto basso in condotta?
 
"Intanto, per stemperare il clima rovente, il ministero della Pubblica
Istruzione cerca di trovare qualche soluzione tampone. Ai supplenti
annuali che non avranno più l’incarico, sono stati proposti contratti
di formazione regionali della durata di un anno. Ma si tratta comunque
di una soluzione provvisoria, perché in tre anni i tagli nella scuola
toccheranno quota 150 mila. I sindacati di categoria hanno calcolato
che già quest’anno andranno via 42.102 insegnanti e 15 mila dipendenti
delle categorie non docenti.

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Sui numeri però è scontro con il ministero dell’Istruzione: "In realtà
– spiega il Miur – saranno meno di 10 mila i precari a cui non sarà
riconfermata la supplenza". E spiega: "La razionalizzazione del sistema
scolastico riguarda sì 42mila unità, ma considerato che quest’anno sono
andati in pensione 32 mila docenti, in realtà il numero di insegnanti
supplenti a cui non sarà riconfermata la supplenza, si ferma a meno di
10 mila".
" (La Repubblica, 02 Settembre 2009)
 
Ci risulta una forzatura aiutare e dare solidarietà ai docenti, ma ciò non toglie che siamo e saremo sempre contro le poltiche classiste di un governo che vuole distruggere la scuola e l’università pubblica, un governo di cui fa parte la lega nord, che riesce solo a concepire un benessere entro i "confini padani", vessando ulteriormente (qualora ce ne fosse bisogno) il sud italia concependo gabbie salariali e licenziamenti (o meglio, non rinnovo dei contratti, per essere politically correct!).
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