FALLITI GLI SGOMBERI… prossime iniziative

Il duplice tentativo di sgombero di lunedì 13 è doppiamente fallito a parte acqua ed elettricità, le dimore sono di nuovo agibili, macerie rimosse, e anche la puzza di sbirro se ne è andata. Occupanti e solidali, rinfrancati da questa piccola vittoria, si preparano
a una lotta più lunga e intanto lanciano un appello a tutti quelli che lunedì notte, magari a
molti chilometri di distanza, saputo della ritirata della questura hanno
gioito con loro:


*sabato 18 luglio festeggiamo in p.za s.spirito, ore 22, disco trash
electro e chi più ne ha-


*lunedì 20 pizza alla riottosa, porta i tuoi condimenti sul posto trovi la
pasta la legna e il forno (che è strettamente vegetariano!)


*mercoledì 22 banchino informativo e mostra antimilitarista in piazza al
galluzzo
durante questi giorni azioni, chiacchiere, punteggiature
 

porta ciò che vuoi trovare, ma soprattutto te stesso, le tue idee, le tue
voglie e la tua rabbia

per info:

lariottosa@insiberia.net
www.ecn.org/panico2

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APPELLO DA FIRENZE

 

 PANICO E RIOTTOSA RESISTONO – APPELLO A RAGGIUNGERE I PRESIDI SOLIDALI

Ieri sera (13 luglio) intorno alle 23 gli sbirri finalmente sono andati via dallo sgombero che avevano provato ad effettuare nelle case occupate Villa Panico e Riottosa; i compagni sono scesi dai tetti e i solidali presenti all’esterno sono rientrati nei posti per presidiarli e difenderli.
La situazione è questa: entrambi i posti sono senza corrente, il primo piano della Riottosa è stato letteralmente devastato dagli sbirri; al Panico sono state distrutte porte e barricate e stamattina alcuni operai, accompagnati dai metronotte, hanno avviato la costruzione di un cantiere dietro l’edificio, torneranno questo pomeriggio.

Per questi motivi sia al Panico che alla Riottosa ci sono ancora presidi di solidarietà in difesa dei posti, VOGLIAMO FARE UN APPELLO URGENTE A RAGGIUNGERE QUESTI PRESIDI perchè la situazione è ancora a rischio.
ALLONTANIAMO LE MERDE (IN DIVISA E NON), DIFENDIAMO LE OCCUPAZIONI

VILLA PANICO è NEL PARCO DI SAN SALVI, ENTRATA DA VIA SAN SALVI 12 O DA VIA DEL MEZZETTA.

LA RIOTTOSA è AL GALLUZZO, DOPO IL PONTE BAILEY, PER ENTRARE SCAVALCA IL GUARD RAIL SOTTO LA CERTOSA

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SULLA GIORNATA DEL 7 LUGLIO

 resoconto della giornata del 7 luglio dal sito della Rete dei collettivi

OPERAZIONE POLIZIESCA CONTRO GLI STUDENTI FIORENTINI: FERMI, PERQUISIZIONI E AVVISI ORALI

Cinque studenti della Rete dei Collettivi trattenuti per dodici ore in questura; cinque perquisizioni nelle loro abitazioni private alla ricerca di “armi ed esplosivi” (effettuate senza mandato della magistratura applicando l’art. 41 t.u.l.p.s.) ed un avviso orale notificato a uno di loro (che consiste in una misura restrittiva preventiva disposta arbitrariamente dalla questura senza alcun processo, a cui segue il provvedimento di sorveglianza speciale), mentre altri avvisi orali sono stati preannunciati agli altri.

E’ questo il bilancio definitivo dell’operazione sbirresca di ieri mattina messa in atto dagli “uomini” della Digos fiorentina. L’ operazione pianificata”, come viene definita dalla stessa questura sui giornali di oggi, era iniziata con il fermo dei cinque compagni in piazza Dalmazia. Questi, mentre si dirigevano verso la stazione per raggiungere il corteo contro il G8 a Roma, sono stati seguiti e poi circondati da un numero spropositato di agenti.

Il movente dell’intera operazione sarebbe stata la “ricerca di armi ed esplosivi” di cui, nelle ridicola e pretestuosa montatura poliziesca, gli studenti non solo sarebbero stati in possesso, ma che si preparavano ad usare nella stessa giornata per attentare alla vita del Presidente della Repubblica in visita a Viareggio per i funerali di stato.

Di fronte all’esito negativo di tutte le perquisizioni, la Digos si è accontentata di sequestrare caschi, passamontagna, libri, “82 etichette adesive”, un “tubo a vite per candela”, “volantini incitanti alla violenza”, qualche foglio scarabocchiato e… una “felpa con cappuccio di colore blu”!

Durante le dodici ore passate in questura, la digos non ha esitato ad alzare le mani contro alcuni dei fermati allo scopo di estorcere qualche parola con la forza, mentre ai genitori costretti a raggiungere la questura per consentire il rilascio dei figli minorenni, non sono state risparmiate le solite squallide e infami strategie atte a terrorizzare ed intimidire le famiglie.

E’ chiaro come quanto accuduto a Firenze sia un episodio da inscrivere in un contesto nazionale, che solo pochi giorni fa a visto 21 arresti e perquisizioni in tutto il paese contro altrettanti studenti colpevoli di aver partecipato al corteo contro il G8 dell’Università a Torino, mentre sempre ieri, nelle stesse ore, 36 compagni venivano fermati al corteo a Roma, e 8 di loro arrestati.

Eliminare ogni dissenso reale. Soffocare ogni focolaio di rivolta. Sono queste le parole d’ordine di un sistema in “crisi”, che si vede sempre più minacciato da dei conflitti sociali della cui imminente crescita sembra essere ben consapevole. E’ in questo contesto che gli studenti, medi ed universitari, diventano tra i primi bersagli da colpire, dopo essersi resi protagonisti nell’ultimo anno di una serie di mobilitazioni, spesso radicali, radicate ed incisive nei contenuti come nelle pratiche, inaugurate con le occupazioni delle scuole e delle università dell’autunno scorso.

Dopo le cariche, le piogge di denunce, gli sgomberi e le initimidazioni, che gli studenti fiorentini hanno imparato a conoscere sulla propria pelle, gli avvenimenti di ieri segnano un “salto di qualità” della repressione, che gioca come al suo solito l’ultima carta del “terrorismo” per colpire chi continua senza paura a ribellarsi nelle scuole, nelle università e nelle strade (… delle strade sempre più negate e violentate dagli afibi dell’Esercito, schierato in città come prescritto dal progetto NATO Urban Operation 2020, che prevede per quell’anno l’esplodere del conflitto sociale).

 

LA VOSTRA CRISI E’ IRREVERSIBILE

LA NOSTRA RIVOLTA E’ INARRESTABILE!

 

SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI DI OGNI DOVE FERMATI E PERQUISITI

LIBERTA’ PER TUTTI GLI ARRESTATI!

 

gli studenti e le studentesse della Rete dei Collettivi

Firenze, 8 luglio 2009

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TUTT* LIBER*




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PRESIDIO SABATO 4 LUGLIO ORE 11.30, DAVANTI ALLA FORTEZZA

BASTA MORTI SUL LAVORO PER GLI SFARZI DEI PADRONI

Martedì 30 giugno, Fortezza da Basso a Firenze.
Uno stand di Pitti crolla ed uccide un operaio di origine marocchina di 22
anni che stava lavorando al nero e senza nessuna protezione.
Era una delle migliaia di uomini e donne che vengono in Italia per cercare
di sopravvivere ed invece, come tanti-troppi prima di lui, è morto sul
lavoro.
Sono questi immigrati quelli che rubano il lavoro agli italiani? Sono loro
la fonte delle insicurezze popolari?
No, piuttosto sono le ennesime vittime di un sistema perverso che vede
davanti a se solo profitto per le classi ricche, per i padroni, e
sfruttamento per le classi povere, per i lavoratori, di qualunque
nazionalità essi siano. Questa è la semplice verità. Cercano, attraverso
campagne politiche e menzogne giornalistico-televisive, di dividere i
lavoratori, gli sfruttati, in nome di una soluzione individuale alle vere
insicurezze che ci sono: la casa, il salario, un lavoro stabile, la
sicurezza di un futuro migliore. Le loro priorità sono la costruzione
della TAV
ed il Pacchetto sicurezza, non certo la messa in sicurezza delle nostre
ferrovie
come a Viareggio o il dramma di centinaia di morti in mare, nei cpt, sui
posti di lavoro.
Il padrone di turno nega che il giovane operaio fosse al lavoro, dice che
passava di lì per caso, che non era al nero!! Non gli si vuole riconoscere
nemmeno la dignità di lavoratore, per farlo dimenticare il prima
possibile,
mentre anche le più elementari norme di sicurezza erano state sacrificate
per fare più veloce!
Per noi è inaccettabile!! Non si può dimenticare, non si può far finta
di
niente se un giovane uomo, padre di due figli, viene ucciso sul lavoro a
Firenze, alla Fortezza da Basso, negli stand che hanno ostentato gli sfarzi
di Pitti. Un immigrato irregolare, uno che sarebbe dovuto finire in un CIE,
espulso, umiliato. Un giovane lavoratore che portava soldi e braccia alla
nostra società è morto.
Per questo oggi siamo qui!
Perchè i lavoratori non hanno nazione
Perchè non è possibile voltarsi dall’altra parte
Perchè rifiutiamo di essere complici di coloro che sono disposti ad
indignarsi solo per i morti "con i documenti in regola".
Perchè anche questo, come purtroppo tanti altri, lo sentiamo come un
nostro morto!!
 
SABATO 4 LUGLIO dalle ore 11.30 presidio davanti alla Fortezza
Compagni e compagne di Firenze

							
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proiezione film-documentario 29 giugno

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IL GIOCO E’ APPENA INIZIATO

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MA QUALI CITTA’ PIU’ SICURE?! IL VERO DEGRADO: LO SGOMBERO ALLE CURE!!!


REPRESSIONE
E’ CIVILTA’

 

SGOMBERI=DEGRADO

Non
abbiamo una gran voglia di parlare, ma ci sentiamo in dovere di farlo
per far sì che non sia quella della questura l’unica
versione circolante sullo sgombero di Luna Distro.

Alle
3.00 circa di stamattina vediamo correre da metà piazza una
decina di digossini verso l’entrata della casa occupata, proviamo a
chiudere la porta (che era aperta in attesa che rientrassero in casa
gli ultimi occupanti che si trovavano ancora in piazza) ma non ci
riusciamo. A quel punto ci piombano in casa urlando “il gioco è
finito”(il nostro “Clint Eastwood” della situazione è il
funzionario Mazzei)con al seguito dieci digossini seguiti da un
ingente numero di agenti in antisommossa. Fuori la piazza si riempie
in pochi secondi di camionette. Alla fine i compagni/e
denunciati/e sono 7: il reato contestato è solo quello di
occupazione
(art. 633 e connesso 639 bis).

In
piena notte e con un vero e proprio blitz la polizia decide di
sgomberare
senza alcuna

motivazione
sensata un’occupazione nata da poco più di un giorno. Non si
capisce ancora se lo sgombero è stato chiesto dal comune o è
stata un’iniziativa delle stesse forze dell’ordine dato che
l’articolo 639bis autorizza d’ufficio la procedura per lo
sgombero: ovvero non è necessaria l’ordinanza.

Noi
avevamo posto questioni sociali, abitative e politiche verso le quali
non c’è stata nessuna volontà di ascolto.

L’unica
trattativa che è stata messa in piedi è stata quella
dello stuolo di energumeni che stava nella piazza davanti allo
stabile: non solo il funzionario la definiva “una trattativa” ma
al contempo accusava gli occupanti di arroganza e poca disponibilità
al dialogo.

Questo
è il metodo vigliacco adottato dal comune:negarsi come
possibile interlocutore di fronte a
coloro
che affermano con la pratica la necessità di una
riappropriazione degli spazi per un uso sociale.

Noi
quel posto lo stavamo restaurando e gli stavamo dando una direzione e
il quartiere (in primis i commercianti del mercato) ci stava dando
una risposta positiva.

Noi
riteniamo di avere motivi sufficienti per non fermarci,
indipendentemente che l’ostacolo che si frappone fra noi e i nostri
obiettivi si chiami Renzi, Galli o digos.

 

 

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Occupazione L.un.a Di.stro

 

 

Oggi 7 giugno intorno alle 18 è nata L.un.a Di.stro. Siamo un gruppo di studenti e studentesse universitarie che hanno deciso di riappropriarsi di uno stabile abbandonato da anni e che un tempo ospitava gli uffici dell’acquedotto comunale nella  piazza delle Cure a Firenze. Cercheremo di far rivivere questo palazzo vuoto con uno spazio abitativo per noi ma anche con uno spazio aperto a tutti per una biblioteca autogestita, per incontrarsi in un luogo che vuole sottrarsi dalla logiche commerciali di questa città-vetrina. Di seguito il nostro comunicato. Ci trovate in Piazza delle Cure 1a (difronte al mercato coperto) a Firenze.



L.un.a di.stro, come abbreviazione divertita de L’università
del disastro ambiente da cui noi tutti e tutte proveniamo e teatro
della nascita di un nuovo protagonismo studentesco (l’Onda anomala) a
cui abbiamo preso parte attiva.Ma anche università come luogo di
formazione e autoformazione, in cui sperimentare e
mettere in comune saperi, centro di controinformazione e resistenza
rispetto al modello sociale dominante. Università strutturata
sui valori di anitifascismo, antirazzismo e antisessismo che sono stati
la base comune su cui ci siamo incontrati e uniti in questi mesi
.
Ciò che ci accomuna è la volontà di riappropiarci di spazi e saperi
stando dentro le mura della città, centro di contraddizioni
fondamentali del nostro tempo: in quanto studenti e studentesse
sappiamo bene cosa siano le difficoltà abitative, il peso del carovita
e l’insufficienza di un’università che diviene sempre pi&u grave;
un “esamificio” tagliando ciecamente servizi e posti di lavoro. Viviamo
in una città che diviene sempre più una mangiatoia per turisti, preda
di speculatori edilizi, cinta in un carosello di piani strutturali,
riqualificazioni lucrose e connivenze con Palazzo Vecchio. Ci vogliono
consumatori passivi di merci e saperi, noi abbiamo deciso non accettare
questo ruolo e avere un ruolo attivo in questa realtà. Occupare questo
luogo il giorno delle elezioni non è casuale, in quanto conosciamo bene
il ruolo dei soggetti che pretendono di rappresentarci e il paradosso
di una scelta elettorale che è scelta fra possibilità del tutto
identiche. Alla
politica della rappresentanza noi vogliamo contrapporre la
necessità/scelta di una politica dal basso fatta di autogestione,
autonomia e presa diretta sul reale
.Nella Firenze vetrina che
spinge sempre più ai margini sia la cittadinanza sia coloro che
praticano una politica di opposizione allo stato di cose vigente, noi
ribadiamo l’esigenza di annidiarsi nel tessuto vivo dello spazio
urbano: ci siamo rotti i coglioni di essere marginalità!

Nella
Firenze “laboratorio sperimentale” delle politiche securitarie e
anti-degrado degli ultimi anni, il vero degrado è lo stato di abbandono
e di inaccessibilità in cui versano luoghi comunali (e quindi pubblici)
ritenuti poco appetibili per le varie compagnie edilizie, mentre gli
affitti schizzano alle stelle e l’emergenza abitativa diviene sempre
più grave; l’ex acquedotto di piazza delle cure è l’esempio perfetto di
tutto ciò: con questa occupazione vogliamo restituire alla città e al
quartiere uno stabile inutilizzato da anni (prima che qualcuno ce lo
restituisca sotto forma di “centro commerciale”) rendendolo uno spazio
sociale e abitat ivo.In questo senso abbiamo deciso di creare una
biblioteca autogestita/aula studio (insieme a chiunque vorrà dare il
suo contributo) aperta fino a tarda notte,in cui condividere saperi e
socialità, un bar popolare e comunque di rendere questo luogo uno
spazio disposto a modellarsi sulle iniziative culturali e politiche che
verranno dall’ “esterno”.In un momento in cui nelle università ci
vengono sottratti sempre più spazi di agibilità politica e sociale,
abbiamo deciso di rilanciare creando la
nostra “università del disastro” in cui imparare e sperimentare
pratiche di resistenza collettiva al disastro di questa società al
collasso
.

I saperi non hanno prezzo…per tutto il resto c’è l’autogestione
L.UN.A DI.STRO OCCUPATA
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elezioni europee 2009, 6 e 7 giugno

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