da sollicciano un grido di lotta

Oggi il collettivo alt-aut ha partecipato al presidio per i/le
carcerat* del carcere di sollicciano, ormai dal 18 luglio in protesta
per le cattive condizione in cui questo versa.
I/Le detenut* lamentavano da tempo i disagi causati dal
sovraffollamento, la riduzone delle docce, la riduzione dei colloqui e
la qualità sempre più scadente del cibo della mensa, spesso rancido. Si
aggiungono poi i maltrattamenti, l’uso indiscriminato di psicofarmaci e
la mancanza dei servizi ed attività solciali negati alle donne
adducendo come scusa il numero esiguo delle carcerate, che sono oltre
un centinaio.
Tale malessere ha portato a casi di autolesionismo e forme di protesta
interne: i/le detenut* hanno iniziato così a bruciare qualsiasi cosa
trovassero davanti, dalle lenzuola ai materassi, il che ha comportato
per loro provvedimenti disciplinari e denunce penali per danneggiamento.
Se da un lato sosteniamo la necessità di una miglioria delle condizioni
dei/lle detenut*, dall’altro ribadiamo la nostra avversione per le carceri, strumento di controllo e repressione verso quelle parti della popolazione più disagiate, come immigrati e coloro che sono costretti a trovare altri mezzi per riuscire a sopravvivere nel disagio sociale in cui si trovano.

C’è un motivo per cui il carcere è un’istituzione totale, perchè totale è il cambiamento del mondo che circonda il detenuto, una volta che ha smesso di essere uomo libero. L’istituzione totale produce un mondo e delle regole così alienanti e degradanti che fanno si che chi esce dal carcere per lo più sarà alienato e degradato come uomo e sappiamo bene che fine fanno i carcerati: ritornano in carcere. Noi ci opponiamo a un sistema disciplinare che ha bisogno di incarcerare per trovare la sua ragione di esistere.

 

http://www.comune.scandicci.fi.it/CittaComuneNotizie/giugno2000/images/sollicciano1.jpg
 
Segue la piattaforma del presidio

PRESIDIO A SOLLICCIANO
 
Il 18 agosto nel carcere di Sollicciano è partita una protesta con l’incendio di materassi e lenzuola per richiedere quei minimi diritti legati alla semplice sopravvivenza. Una protesta che ha fatto seguito alla negazione di uno dei colloqui settimanali.
Sovraffollamento, pasti rancidi, riduzione del numero di docce, richiesta di una seconda cucina: questi sono solo alcuni delle motivazioni che hanno portato i detenuti di Solliciano a protestare ed a cercare di far sentire la propria voce fuori dal carcere.
Si tratta di condizioni minime di sopravvivenza per persone che sono costrette nelle celle 22 ore al giorno, alimentate al costo giornaliero di 1,53 euro, ristrette in uno spazio inferiore ai 7 metri. Ricordiamo ancora che il carcere fiorentino è stato costruito per 460 persone e che ora ne ospita più del doppio, ammassate in 3/4 nelle celle singole, in 6 nelle celle da tre posti, con pochi educatori e scarso accesso al lavoro e ad altre attività.
Nel carcere fiorentino per le donne non è possibile accedere ai servizi educativi ed alle attività sociali con la scusa che "sono poche" anche se sono oltre un centinaio. In 10 anni nelle carceri italiane sono morti quasi 1.500 detenuti, oltre un terzo per suicidio e gli altri per i ritardi nell’assistenza sanitaria o in circostanze non chiarite.
Qui spesso l’autolesionismo è l’unico mezzo, per i detenuti, per affermare la propria esistenza; sono stati frequenti i pestaggi sistematici, regna la violenza ed è massiccio l’uso di psicofarmaci.
Questa è la realtà del carcere di Sollicciano come di tante altre carceri d’Italia, dove infatti sono divampate nei giorni successivi altre proteste, da Pisa a Napoli a Milano.
La risposta delle istituzioni è stata purtroppo la solita: con la visita di Franco Ionta, direttore del DAP, che invece di riportare perlomeno una parvenza di decenza nel carcere ha ammonito i detenuti dal fare sentire le proprie rivendicazioni; a questo ha fatto seguito la denuncia penale verso i detenuti stessi per danneggiamenti.
Oltre 50 persone sono state invece denunciate nella giornata di sabato 29 agosto per avere portato la loro solidarietà all’esterno del carcere, ad ennesima dimostrazione che si vuole finanche negare la possibilità di un legame ed una solidarietà tra il fuori e l’interno del carcere.
In un contesto nazionale in cui la cosiddetta "sicurezza" è il faro ispiratore delle politiche reazionarie del governo, è del tutto normale che le carceri si riempiano: si riempiono di immigrati, grazie alle nuove e vecchie leggi su clandestinità ecc.., si riempiono per reati legati alle droghe, si riempiono per le norme sulle recidive….. E la risposta governativa non può essere che altra repressione, la costruzione di altre carceri, l’aumento di nuovi CIE per immigrati, per gestire appunto l’enorme quantità di futuri detenuti.

Crediamo necessario che le voci che dal carcere stanno cercando di farsi sentire e che parlano a tutti noi vadano raccolte e rilanciate e per questo *saremo davanti a Sollicciano sabato 5 settembre dalle ore 18 in poi* a manifestare la nostra solidarietà ai detenuti ed il nostro appoggio alle loro minime richieste.

Cpa Firenze sud, Cantiere Sociale K100fuegos, Collettivo Politico Scienze Politiche, Fuori Binario, Perunaltracittà,
Partito della Rifondazione Comunista, Unione degli Studenti, Csa Nextemerson, Comunità di Base Isolotto,
Comunità delle Piagge,, Associazione L’Aurora, Movimento di lotta per la casa, Associazione Liberarsi, Centro Carlo Giuliani.  

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