muore in carcere.. un altro omicidio di stato?

Aveva 31 anni Stefano Cucchi, il ragazzo trovato morto la notte fra il 22 e il 23 ottobre nell’ospedale pertini di roma. Chi denuncia la morte è la sorella, che racconta gli eventi.. Trovato in possesso il 16 ottobre di venti grammi di marijuana, viene subito incarcerato, ma non gli vengono concessi i domiciliari nonostante l’accusa fosse poco grave. Al regina coeli è entrato senza lesioni, per una settimana ai parenti della vittima è negato trovare il figlio, poi la notizia della morte. Chi va all’obitorio è la sorella, che lo riconosce nonostante i segni di tumefazione al volto e sul corpo. Impossibile, racconta, che quei segni se li sia causati da solo. Ci parla di un occhio fuori dalle orbite, lividi sul volto e costole rotte. Tuttavia, in carcere non aveva incontrato nessuno e non risultano liti con altri carcerati. Come è morto? Chi l’ha ucciso così selvaggiamente? La domanda è semplice come intuitiva è la risposta…

La storia ci ricorda in modo impressionante la vicenda di Aldro, il compagno ucciso da 4 carabinieri a causa delle percosse e delle manganellate la notte del 23 settembre 2005 solo perchè gli è stato riconosciuto il timbro sulla mano di un centro sociale di Ferrara, dove viveva.

Ovviamente su internet la notizia è quasi impossibile da trovare, ma noi chiediamo verità e giustizia per questo ragazzo, perchè non si può morire in carcere, non si può morire per mano dello stato! Ribadiamo quindi, in questo contesto, la nostra avversione nei confronti del sistema carcerario e del braccio armato dello stato, che sempre più spesso abusa del proprio potere.

 
LIBERTA’ E GIUSTIZIA PER LE/I DETENUT*

 

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