E’ trascorso un anno dall’omicidio di Alexis ad Atene, il 6 dicembre 2008:
il braccio armato dello stato uccise un quindicenne. Noi non dimentichiamo..
E’ trascorso un anno dall’omicidio di Alexis ad Atene, il 6 dicembre 2008:
il braccio armato dello stato uccise un quindicenne. Noi non dimentichiamo..
Ieri mattina nel quartiere Materdei di Napoli 15 ragazzi di casapound ha aggredito 7 compagn* della rete antifascista napoletana mentre attacchinavano nel quartiere le future iniziative dell’della ex-Schipa occupata.
L’ex-Schipa
è una ex scuola occupata il 4 novembre dalle/i compagn* della R.A.N. in
opposizione all’insediamento dei gruppi neofascisti di casapound nel
quartiere, occupazione, la loro, che dura già dal 13 settembre. Le/i
compagn* hanno dato vita in brevissimo tempo a una serie di attività,
tra cui la ludoteca popolare, ricevendo il plauso della municipalità
che si è subito schierata contro i neo-fascisti. Il che ha ovviamente
destato un particolare risentimento negli occupanti di casapound, che
si è concretizzato con l’attacco squadrista: armati di mazze tricolore,
al grido "Il quartiere è nostro" hanno picchiato le/i compagn*,
al punto di mandare L.T., 19 anni, all’ospedale con un grave versamento
di sangue ai polmoni e un principio di enfisema. Tutto ciò è avvenuto
in pieno giorno, sotto gli occhi della gente. Chissà, probabilmente ha
risvegliato le coscenze dei più dubbiosi…
Tutto ciò è
inaccettabile. Non si possono tollerare i loro atteggiamenti mafiosi di
minaccia e violenza, non si può tollerare la loro stessa presenza per
le nostre strade!
Si continua a sottovalutare il loro
increscioso penetrare nel movimento e nelle lotte, si continua a
rimanere sbigottiti quando vengono scacciati dalle nostre facoltà. Non
bastano le evidenti manifestazioni delle loro pratiche per aprire gli
occhi della gente?!?
16.03.2003, moriva Dax per mano di fascisti;
28.08.2006, moriva Reanto per mano dei fascisti;
29.10.2008, piazza Navona: aggressione fascista ai danni di un corteo studentesco;
17.11.2009, è morto a Mosca Ivan, antifascista militante, per mano dei neo-fascisti;
27.11.2009, l’aggressione a Napoli…
Cosa
stiamo aspettando? Come si fanno ad accettare le loro sopraffazioni, la
loro angheria e la loro brutalità rimanendo passivi spettatori in nome
di una libera democrazia di pensiero e di movimento?!
Con il
presente articolo, dimostriamo la nostra più sincera solidarietà alle
compagne e ai compagni vittime dell’aggressione, della rete
antifascista napoletana e di tutti quei movimenti che si adoperano ogni giorno contro il fascismo nella propria città.
In questi giorni a lettere si sono ripetuti episodi noti a chi verso febbraio frequentava il chiostro del Brunelleschi, ovvero due gruppi di ragazzi schierati contro, evidentemente connotati politicamente. I più curiosi spettatori riescono a carpire un banale mai anacronistico "rossi contro neri", e se i più ci confermano di essere "dalla nostra parte", alcuni non capiscono il gesto: scacciarli dalla facoltà in modo tutto sommato colorato..
Allora proviamo a spiegare chi sono questi ragazzi: solo uno di loro si fregia della carica di rappresentante della lista azione universitaria, il più brutto, non ci si può sbagliare, il vanitoso zio fester de noi altri, è jacopo giannoni. Tutti gli altri non sono iscritti a lettere (nè altrove), fanno un servizio d’ordine di stampo machista (ovvero controllano con la logica dei muscoli che non accada nulla al loro banchino), insieme allo studente di storia frequentano casaggì, la "giovanile" di allenaza nazionale, azione giovani. Per quanto si sforzino di apparire moderati berlusconiani, lontano dagli occhi della gente non negano il loro animo fascista, alle volte dichiarato pubblicamente da un identitario saluto romano.
Perchè li odiamo? Perchè sono sessiti, razzisti e xenofobi. Sono le stesse persone che la notte, dopo le loro ridicole feste, vanno a fare azioni squadriste contro baboni, zingari, immigrati e omosessuali.
Perchè non li lasciamo democraticamente volantinare? Per non lasciare agibilità politica a chi confonde le idee di giovani più inesperti rivendicando un’apertura mentale di facciata che non hanno.
Perchè li cacciamo? Perchè non vogliamo merde nella nostra facoltà, sono fascisti e non ci piace mischiarci a loro.
Perchè ci ostiniamo contro di loro? Per Dax, per Renato.. il conto non è ancora chiuso.
In nome dell’antifascismo vero, quello militante
Ieri mattina a Pistoia ha sfilato un corteo contro
la riforma gelmini sulle scuole. E fin qui, magari un po’ fuori
sincrono, ci siamo. Ma c’era qualcosa che non tornava.. Chi guidava il
corteo non erano compagn* dei collettivi, non erano compagn* dei centri
sociali.. Non erano compagni: erano ragazzi di casa pound, azione giovani e un rappresentante del partito democratico,
che hanno proibito di fare cori "politici" e offensivi nei confronti
dei membri del governo, perchè sono riusciti a far passare il corteo
agli occhi ingenui delle/gli student* medi pistoiesi come un corteo apolitico.
Chiarendo
subito che un corteo in sè non può essere che politico, in quanto per
definizione quando un gruppo di persone scende in piazza a manifestare
contro qualcosa sta facendo politica, i più furbi organizzatori hanno
messo in atto la pratica recente di coinvolgere le/i manifestant* mediante
la finta ingenuità politica del "nè rossi nè neri ma liberi pensieri".
Non è uno slogan a caso: un anno fa, prima del celeberrimo 29 ottobre a
piazza navona, i giovani di casa pound, alleanza nazionale e
fascidimerda&co. partecipavano alle assemblee studentesche e ai
cortei apparentemente mossi dalla medesima lotta contro la riforma
gelmini, la vecchissima 133. Purtroppo in molt* si sono lasciati
sedurre dal fascino discreto della democrazia e della libertà di
pensiero che ha portato a un coinvolgimento attivo di quelle forze di
destra sotto il motto "abbiamo lo stesso fine anche se siamo diversi".
Ci
sembrava ormai passato il tempo in cui questo slogan, con tutto quello
che si porta dietro, trainava le folle in piazza, noi tutt* pensavamo
che le mazze tricolore avessero aperto gli occhi anche alle/i più
entusiast* di un movimento variegato. L’onda quella mattina mostrò la
sua inconsistenza, il "tutti uniti contro una riforma aberrante" non
poteva più avere un seguito.
Almeno così
credevamo… E invece ieri mattina a Pistoia le/gli student* medi venivano
nuovamente gabbat* dal viscido entrismo di quei ragazzi che cantavano
cori col braccio teso a mo’ di saluto romano, che scadevano dello
squallido populismo facendo cantare canzoni svuotate di contenuti
politici e che hanno bloccato il coro "siamo tutti antifascisti" al
termine del corteo, sotto il palazzo di governo. A lanciare il coro
sono stati compagn* di pistoia e firenze che hanno creato insieme uno spezzone
antifascista lanciando, nei limiti del possibile, un’isola di lotta nel
corteo. Purtroppo le/i compagn* pistoiesi sono poch*, ma da lontano e nel nostro
piccolo le/i invitiamo a non mollare, siamo cert* che con la costanza
potranno ricreare un movimento di lotta autorganizzata che parte dal
basso, senza la necessità di una sigla di partito o sindacato, perchè
nessun colletto bianco può conoscere quel moto interiore che ci
spinge alla rivolta, nessuno può rappresentare le nostre lotte!
CONTRO VECCHI E NUOVI FASCISTI
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
Riceviamo e pubblichiamo da: http://400colpi.org/
[Cronologia]
Sgombero dell’occupazione in Via Laura e le prime risposte
Lunedì 23 Nov. 2009 –
All’arrivo nella facoltà di Via Laura gli studenti trovano le mura e
le finestre del secondo piano dello Spazio Liberato murate e protette
ulteriormente da assi di legno.
Attaccato alla porta, oltre ad una
guardia giurata, un bigliettino firmato dalla Preside Simonetta
Ulivieri che “invita i giovani antagonisti a recarsi
urgentemente in presidenza”. Cosa
stia frullando in testa alla Simonetta agli studenti non interessa…
sanno solo che rifiutare gli inviti è da maleducati.
Caos
h. 14.00 – Una
cinquantina di studenti e studentesse da vita ad un corteo rumoroso
all’interno dei corridoi della facoltà. Durante il percorso, i
manifestanti trovano il tempo per una breve visita alla preside.
Rifiutandosi di ascoltare il blablabla
che con tanta cura la Simonetta avrà preparato per l’occasione, gli
studenti lasciano un breve e conciso messaggio: se pensava che con lo
sgombero tutto sarebbe tornato alla normalità (fatta di ordine,
legalità e obbedienza) si sbagliava di grosso…
Quando
polizia e digos arrivano sul posto gli studenti stanno già lasciando
la facoltà ricordando con le proprie urla che “anche gli
studenti perdono la pazienza… sgomberiamo la presidenza!”.
… e
sgombero fu!
… alla prossima!
***comunicato a seguire***
La riottosa continua a stare in allarme. Hanno tentato lo sgombero il 13 luglio, hanno iniziato una campagna stampa diffamatoria, stasera hanno staccato la luce allo squat. Eppure le compagne e i compagni non mollano, e sempre più decis* continuano a salire sui tetti per difendere e tenersi la casa.
Pare che il vicino, il nostro simpatico sergio, abbia chiamato i tecnici dell’enel, che sono stati scacciati in poco tempo dalle e dagli occupanti. Ma il fortissimo senso del dovere civico degli stacanovisti tecnici li ha spinti a chiamare i carabinieri per continuare il proprio lavoro, i quali, sempre valorosissimi e arditi, hanno contribuito all’ennesimo scempio, nonostante la macedonia loro offerta, magari un po’ marcia, magari non proprio su un vassoio d’argento….
Non saranno questi piccoli mezzucci a farli intimidire, la riottosa resiste!
Comitato di benvenuto "Siamo alla frutta, autorganizziamogli la festa"
Mannu è stato incarcerato per l’accusa di aver messo un
petardo all’Agenzia delle Entrate.
Un petardo che è diventato, nell’ordinanza d’arresto, un pericoloso
ordigno, mentre la Lancia grigia vista dal testimone è diventata un
Alfa 33 bianca.
Mannu stesso e gli altri compagni sono accusati poi di essere
andati in soccorso di una ragazza accerchiata da dieci nazisti dopo che
questi se ne giravano beatamente per il centro storico armati di catene
e bastoni, dopo che già avevano aggredito un giovane che usciva da un
concerto. Tutto questo è anche riportato da numerose chiamate di
cittadini che avvertivano della presenza dei neofascisti armati di
spranghe che uscivano e entravano dalla loro sede di Via della Scala.
Questo episodio è diventata la scusa per reprimere e dare la caccia
agli antifascisti.
Tutto ciò accade in un clima di forte repressione, in particolare in
Toscana, dopo gli arresti di ben sette persone per i fatti di Casapound
Pistoia, arresti avvenuti con modalità e tempi che segnano come lo
stato autoritario si stia già affermando.
Crediamo che il significato reale di questa operazione della
Magistratura sia colpire un intero movimento, utilizzando vecchi e
nuovi arnesi legislativi: dalla custodia cautelare all’aggravante di
terrorismo, unendo fatti anche diversi tra loro, con l’obiettivo di
dare una lezione a tutti coloro che si impegnano e lottano fuori dalle
compatibilità istituzionali.
Venerdì 6 e sabato 7 novembre diverse centinaia di compagni
hanno manifestato per la liberazione di Mannu, in solidarietà con gli
antifascisti.
Invitiamo ancora tutti a partecipare alle prossime iniziative ed a
rendere la mobilitazione per Mannu e per tutti ancora più forte e
diffusa.
Ecco gli appuntamenti della prima settimana di mobilitazione.
Sabato 14 novembre ore 15.30 tutti in Piazza della Repubblica – Manifestazione per la Palestina.
Dalle
20.00 al Cpa Firenze sud – aperitivo e cena,
presentazione del libro "A casa non ci torno. Autobiografia di una
comunista eretica" di Ines Arciuolo. Alle ore 23.30 Concerto del
Menestrello.
Domenica 15 novembre ore 15.00 Stazione di Pontassieve. Manifestazione
degli amici e compagni di Mannu, in solidarietà con gli antifascisti.
Giovedì 19 novembre Incontro cittadino al Sms di Rifredi alle ore 21.15
con la presenza di avvocati, familiari ed amici di Mannu, compagni
perquisiti, associazioni e realtà del movimento. Presentazione del
dossier di informazione.
Venerdì 20 novembre al Cpa Firenze sud serata di solidarietà con concerto di Banda Bassotti e Guestska.
Sabato 21 novembre dalle ore 16.00 tutti sotto il carcere di Sollicciano.
Non sono bastate le manganellate, neppure quelle vili inferte ai bambini in presidio, fatti alzare dalle mamme all’alba per andare a tenere il posto dove loro il pomeriggio studiano e giocano, inconsapevolmente scansati dall’aria pesante che tira in certe zone di catania, aria che puzza di droga e di malavita. Perchè il cpo Experia era anche questo. Nato per combattere quella merda di eroina, fatto crescere con le basi e le pratiche dell’antifascismo, fatto rivivere nella resistenza. Rivivere, perchè dopo 17 anni credevano che fosse semplice buttare fuori tutt* quelle compagne e quei compagni che hanno dedicato la propria vita al centro popolare.
Ieri sera, le stesse ragazze e gli stessi ragazzi sono rientrati e hanno rioccupato l’Experia, in barba a tutti quei politici che si fanno le passerelle e un po’ di pubblicità ai tg, ma che poi non vanno alle assemblee e ai dibattiti cittadini tenuti nei giorni in cui si è lavorato per rientrare, in barba all’architetto Campo, soprintendente dei beni culturali a Catania, che mai ha chiarito il suo ruolo nelle speculazioni e nelle operazioni di impoverimento del quartiere Antico Corso, nel cuore della città, in barba alla polizia, alla giunta comunale, in barba ai bigotti e ai benpensanti, in barba a tutti coloro che hanno sorriso quando hanno letto o sentito la notizia da qualche emittente del concittadino Ciancio, vicepresidente dell’Ansa, proprietario di Antenna Sicilia, Telecolor, Video3, Radio Sis, Radio Telecolor, Radio Video3, che controlla tutti i quotidiani locali, ovvero Giornale di Sicilia, La Sicilia, Gazzetta del Sud e Gazzetta del Mezzogiorno (e interrompo il listone per non tediare il lettore con le tv locali con cui ha comunque a che fare), ergo in barba ai mafiosi veri, quelli che non si mostrano mai ma la cui puzza la riconosci in tutta quella gente che si è comprata, in quei discorsi lavati dai soldi, nella gente che passa e ride sotto i baffi.. Ma che ridono a fare? Quelli vivi siamo noi..
Sullo sgombero:
L’Agile, ex Eutelia, è un’azienda romana che si occupa di trattare dati sensibili di enti pubblici parecchio delicati, quali Banca d’italia e ministero dell’interno. Dal 28 ottobre i lavoratori hanno occupato lo stabile opporsi al licenziamento di oltre mille dipendenti e per gli stipendi arretrati mai pagati.
All’alba del 10 novembre, Samuele Landi (ex amministratore delegato dell’azienda) col suo seguito di scagnozzi, che poi non erano altro che guardie giurate, si è sentito autorizzato a entrare nel locale occupato con un piede di porco e minacciare le lavoratrici e i lavoratori, svegliati dal fracasso. Per una fortunata casualità, all’interno c’era una troupe del tg3, che è riuscita a filmare l’azione squadrista e avvertire la polizia. Samuele Landi dichiara diessere entrato, provando prima con le chiavi, per visionare lo stato dell’occupazione, aver trovato solo un dipendente e tutta gente estranea "appartenente ai centri sociali" (come se fosse un reato o fosse dequalificante per la persona), e di aver raggiunto un livello di dialogo coi dipendenti abbastanza sobrio nonostante la piccola aggressione ricevuta. Ovviamente l’azienda si mantiene estranea ai fatti..
Eppure i racconti delle lavoratrici e dei lavoratori non corrispondono al racconto dell’ex a.d., anzi… L’aspetto premuroso di un Samuele Landi & co., che vanno a controllare se tutto va bene, cozza con i racconti e i video che ci parlano di una vera aggressione e di atti intimidatori: il Landi è entrato incappucciato, sono entrati con la forza spacciandosi per poliziotti, hanno chiesto i documenti e hanno spintonato i dipendenti minacciandoli col piede di porco, poi sono entrati negli uffici non si sa a far cosa e hanno divelto le porte.
Il commento si può articolare in due differenti modi:
Da una parte si può notare come la crisi globale che investe sempre più duramente tutti i settori ha portato a una serie di licenziamenti di massa, come nel caso specifico dell’Agile. 1.192 dipendenti su 1.880 saranno mandati a casa, per questo motivo le lavoratrici e i lavoratori hanno ripreso la vecchia pratica dell’occupazione del posto di lavoro come metodo di lotta contro i padroni. Per questo motivo il collettivo alt-aut solidarizza con coloro che non si disperano, ma lottano e non mollano!
Dall’altra parte però si nota come il fascismo più spicciolo e violento faccia sempre più spesso capolino, legittimato da una società di imprenditori e ronde, di fascisti che occupano sempre più poltrone (come alemanno, andrini, borghezio per dirne alcuni) che permette pestaggi, torture e omicidi, sia dai pesci più piccoli che da quelli più grossi e più coperti, che si chiami Samuele Landi o che si chiami stato.
L’idea di occupare la Schipa nasce dal fatto che sia un complesso
abbandonato e inutilizzato da anni in una zona nevralgica della città
che come tutti i quartieri centrali vive la mancanza di spazi per i
bisogni degli abitanti. Risponde però anche all’esigenza di
controbattere all’insediamento in un ex convento da parte dei
neofascisti di Casa Pound.
Da quando, chiavi in mano, questi fascisti sono entrati nel quartiere, li si è visti raramente.
Tutto ciò che vogliono è realizzare le loro pratiche squadriste,
dare forza alle idee razziste e fasciste di cui si fanno
orgogliosamente portatori. La loro violenza è ormai nota: si sono resi
protagonisti di varie aggressioni in tutta Italia. Poche settimane fa,
nella vicina Montesanto, hanno aggredito sotto scuola uno studente,
semplicemente perché antifascista.
Crediamo sia fondamentale riappropriarsi degli spazi in cui ogni
giorno lavoriamo, studiamo, viviamo, per sopravvivere alle politiche
repressive che da anni i governi ci impongono. La Schipa è parte
integrante di questo percorso: rivendichiamo l’utilizzo sociale degli
spazi abbandonati come questo, che devono realmente essere luoghi di
socialità.
Vogliamo spazi aperti a tutti!
Proprio per questo il 5 novembre un presidio e un volantinaggio
hanno inaugurato tre giorni di mobilitazione aperti alla cittadinanza
contro il razzismo e il fascismo, col chiaro intento di dialogare con
la gente, che in questi due mesi ha ampiamente dimostrato la sua
determinazione nel rifiutare questi individui. Attraverso questa tre
giorni vogliamo lanciare chiaramente un messaggio di apertura verso la
città: lavoriamo solo con chi la vive, e non con chi specula nel nome
di una crisi che in realtà ha contribuito a provocare.
Continueremo nei prossimi giorni con nuove iniziative pronti
ad andare avanti e a lottare contro Casa Pound e per rivendicare i
diritti che ci vengono negati!
Rete napoletana contro il fascismo, il razzismo e il sessismo
Scarica il manifesto.. QUI